VIA CRUCIS

SPES NON CONFUNDIT – LA SPERANZA NON DELUDE

Nel nome del Padre…


Introduzione

Durante il nostro cammino quaresimale abbiamo rivolto lo sguardo alla croce di Gesù contemplandola come sorgente unica di speranza per chi ha occhi purificati dalla fede e dall’amore e ne coglie i segni disseminati nel campo della storia. Ora, mentre viviamo i giorni nei quali celebriamo i misteri che stanno al cuore dell’esperienza cristiana, siamo chiamati a riscoprire il fondamento della nostra speranza, pronti – come ci chiede l’apostolo Pietro nella sua lettera -, a “darne ragione” soprattutto se siamo sollecitati a questo da un’umanità che si chiede se sia ancora possibile e lecito sperare, quando tutto sembra contraddire l’annuncio evangelico e andare verso una catastrofica fine, dove a vincere sarà l’assurdità del male. E’ la sfida decisiva che un credente non può ignorare e che deve raccogliere ritrovando la freschezza della propria identità di battezzato, di creatura cioè destinata alla vita eterna perché rinnovata dalla morte in croce e dalla risurrezione di Cristo. Grazie a lui la storia non è più solo il ciclico e sempre uguale ripetersi delle stagioni, ma è un cammino verso la piena manifestazione della vittoria della vita sulla morte, di cui la Pasqua di Gesù non è altro che il suo inizio, grazie al quale possiamo testimoniare con gioia a tutti che “la sua speranza veramente non delude”.

Chiusa in un dolore atroce, eri là sotto la croce,
dolce Madre di Gesù.
Santa Madre, deh voi fate.

PRIMA STAZIONE

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Marco

Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».

Signore Gesù, al sommo sacerdote che ti incalza e ti chiede se “tu sei il Cristo, il Figlio del Benedetto”, tu rispondi “Io lo sono!”. Queste tre parole sono il fondamento della nostra speranza, la ragione ultima che anche oggi dopo duemila anni ci porta a credere che la storia non è drammaticamente destinata alla morte, ma è attraversata dalla misteriosa potenza del tuo amore che dall’alto della croce l’attrae verso un compimento di vita eterna. Nel mare dell’esistenza, sconvolto da tempeste e burrasche che ci fanno spesso perdere l’orientamento, ridonaci la grazia della fede, della speranza e della carità così da essere testimoni credibili di questa straordinaria buona notizia soprattutto per quei fratelli e sorelle tentati di lasciarsi vincere dalla sfiducia e dalla disperazione.

Il tuo cuore desolato
fu in quell’ora trapassato
dallo strazio più crudel

SECONDA STAZIONE

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Matteo

Dopo averlo deriso, [i soldati] spogliarono [Gesù] del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

ALLE INVOCAZIONI RISPONDIAMO:
Aiutaci a credere che solo la tua speranza non delude

  • Signore Gesù, quando la sofferenza ci assale
    e tutto sembra senza senso,
    proprio allora ti invochiamo.
    Rit.
  • Signore Gesù, quando la cattiveria degli altri ci paralizza
    e sentiamo il dramma della solitudine,
    proprio allora ti invochiamo.
    Rit.
  • Signore, quando la violenza della guerra sembra risucchiare
    tutto nel vortice della violenza,
    proprio allora ti invochiamo.
    Rit.
  • Signore, quando il dramma dell’ingiustizia
    schiaccia i più deboli, i poveri e gli indifesi,
    proprio allora ti invochiamo.
    Rit.
  • Signore Gesù, quando non riusciamo o facciamo fatica
    a credere che solo tu hai parole di vita eterna,
    proprio allora ti invochiamo.
    Rit.

Quanto triste, quanto affranta, ti sentivi, o Madre santa,
del divino Salvator

TERZA STAZIONE

GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal libro del profeta Isaia

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.19)

«Credo la vita eterna»: così professa la nostra fede e la speranza cristiana trova in queste parole un cardine fondamentale. Essa, infatti, «è la virtù teologale per la quale desideriamo […] la vita eterna come nostra felicità.» Noi, in virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui: è con questo spirito che facciamo nostra la commossa invocazione dei primi cristiani, con la quale termina la Sacra Scrittura: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20).

Con che spasimo piangevi,
mentre, trepida, vedevi
il tuo Figlio nel dolor

QUARTA STAZIONE

GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Luca

Simeone, a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. [Maria] custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

ALLE INVOCAZIONI RISPONDIAMO:
Maria, Madre del Sabato santo, aiutaci a perseverare

  • Maria, Madre della speranza, hai pazientato con pace nel Sabato santo e ci insegni a guardare con pazienza e perseveranza a ciò che viviamo in questo sabato della storia, quando molti, anche cristiani, sono tentati di non sperare più nella vita eterna e neppure nel ritorno del tuo Signore.
    A te supplici ci rivolgiamo e ti invochiamo. Rit.
  • Maria, Madre della speranza, l’impazienza e la fretta caratteristiche della nostra cultura e mentalità tecnologiche ci fanno sentire pesante ogni ritardo nella manifestazione svelata del disegno divino e della vittoria del Risorto.
    A te supplici ci rivolgiamo e ti invochiamo.
    Rit.
  • Maria, Madre della speranza, la nostra poca fede nel leggere i segni della presenza di Dio nella storia si traduce in impazienza e fuga, proprio come accadde ai due di Emmaus che, messi di fronte ad alcuni segnali del Risorto, non ebbero la forza di aspettare lo sviluppo degli eventi e se ne andarono da Gerusalemme.
    A te supplici ci rivolgiamo e ti invochiamo.
    Rit.
  • Maria, Madre della speranza, chiedi al tuo Figlio che abbia misericordia di noi e ci venga a cercare sulla strada delle nostre fughe e impazienze, come ha fatto con i discepoli di Emmaus.
    A te supplici ci rivolgiamo e ti invochiamo.
    Rit.
  • Maria, Madre della speranza, intercedi per noi affinché viviamo nel tempo con la speranza dell’eternità, con la certezza che il disegno di Dio sul mondo si compirà a suo tempo e noi potremo contemplare con gioia la gloria del Risorto, gloria che già è presente, pur se in maniera velata, nel mistero della storia.
    A te supplici ci rivolgiamo e ti invochiamo.
    Rit.

Se ti fossi stato accanto forse che non avrei pianto,
o Madonna, anch’io con te

QUINTA STAZIONE

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Luca

Mentre [i soldati] lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.20)

La speranza cristiana consiste proprio in questo: davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, «la vita non è tolta, ma trasformata», per sempre. Nel Battesimo, infatti, sepolti insieme con Cristo, riceviamo in Lui risorto il dono di una vita nuova, che abbatte il muro della morte, facendo di essa un passaggio verso l’eternità … La testimonianza più convincente di tale speranza ci viene offerta dai martiri, che, saldi nella fede in Cristo risorto, hanno saputo rinunciare alla vita stessa di quaggiù pur di non tradire il loro Signore. Essi sono presenti in tutte le epoche e sono numerosi, forse più che mai, ai nostri giorni, quali confessori della vita che non conosce fine. Abbiamo bisogno di custodire la loro testimonianza per rendere feconda la nostra speranza.

Dopo averti contemplata
col tuo Figlio addolorata
quanta pena sento in cuor

SESTA STAZIONE

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal libro del profeta Isaia

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Il volto di gesù sfigurato dal dolore e asciugato dalla Veronica, risplende ancora oggi nella vita di tanti nostri fratelli e sorelle nella fede che hanno sperato contro ogni speranza e hanno seguito il signore fino al martirio.

ALLE INVOCAZIONI RISPONDIAMO:
Ascoltaci, Signore

  • Hai proclamato beati i perseguitati per il tuo Nome: sostieni e rallegra i cristiani osteggiati nel mondo.
    Per questo ti preghiamo. Rit.
  • Hai mandato i tuoi discepoli come pecore in mezzo ai lupi: fa’ che le tue pecore siano pacifiche e resta sempre il loro pastore.
    Per questo ti preghiamo. Rit.
  • Hai profetizzato ai tuoi inviati la persecuzione: mantieni la chiesa vigilante e preparata per la prova.
    Per questo ti preghiamo. Rit.
  • Hai ispirato la difesa ai tuoi discepoli: manda il tuo Spirito su chi è oltraggiato per te.
    Per questo ti preghiamo. Rit.
  • Hai chiesto ai tuoi discepoli di amare i nemici: fa’ che i credenti in te preghino per i loro persecutori.
    Per questo ti preghiamo. Rit.
  • Hai rivelato che il chicco di grano se muore dà frutto: aiutaci ad accettare serenamente di morire per te.
    Per questo ti preghiamo. Rit.

Santa Vergine, hai contato tutti i colpi del peccato
nelle piaghe di Gesù

SETTIMA STAZIONE

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dalla prima lettera di san Pietro

Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.21)

Ma che cos’è la felicità? Quale felicità attendiamo e desideriamo? Non un’allegria passeggera, una soddisfazione effimera che, una volta raggiunta, chiede ancora e sempre di più, in una spirale di avidità in cui l’animo umano non è mai sazio, ma sempre più vuoto. Abbiamo bisogno di una felicità che si compia definitivamente in quello che ci realizza, ovvero nell’amore, così da poter dire, già ora: «Sono amato, dunque esisto; ed esisterò per sempre nell’Amore che non delude e dal quale niente e nessuno potrà mai separarmi».

E vedesti il tuo Figliuolo così afflitto e così solo
dare l’ultimo respir

OTTAVA STAZIONE

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Luca

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli”.

Con le parole del salmo, rinnoviamo la nostra speranza nel Signore, certi che solo Lui può donarci quella pienezza di vita e quella felicità che il mondo, pur con tutti i suoi sforzi, non potrà mai offrire pienamente.

PREGHIAMO INSIEME:

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Dolce Madre dell’Amore, fa’ che il grande tuo dolore
io lo senta pure in me

NONA STAZIONE

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dalla lettera di san Paolo ai Filippesi

[Gesù] pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.25)

L’immagine dell’àncora è suggestiva per comprendere la stabilità e la sicurezza che, in mezzo alle acque agitate della vita, possediamo se ci affidiamo al Signore Gesù. Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte. Questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo.

Fa che il tuo materno affetto pel tuo Figlio benedetto mi
commuova e infiammi il cuor

DECIMA STAZIONE

GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Giovanni

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. I soldati poi […] presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Così si compiva la Scrittura, che dice: “Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.25)

Gli aguzzini e i carnefici, denudando Gesù ed eseguendo la pena a cui è stato condannato, pensano di giustiziarlo. In realtà sono essi ad essere sottoposti a giudizio da quell’innocente che fra poco penderà dal patibolo. Il suo lasciarsi insultare, flagellare, picchiare, spogliare e inchiodare alla croce senza una parola d’odio o di risentimento per chi lo sta uccidendo, sono la manifestazione del giudizio definitivo di Dio sul male del mondo, davanti al quale emergono per contrasto lo squallore e la sterilità della malvagità umana. Qui sta la ragione della nostra speranza: nonostante l’apparente violenza e vittoria del peccato e della morte, già ora, già sulla croce, il mistero della potenza dell’amore si rivela più forte e potente del diabolico “principe di questo mondo”.

Le ferite che il peccato
sul suo corpo ha provocato
siano impresse, o Madre, in me

UNDICESIMA STAZIONE

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Luca

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

DALLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO SPES NON CONFUNDIT (N.22)

Il giudizio di Dio, che è amore (cfr. 1Gv 4,8.16), non potrà che basarsi sull’amore, in special modo su quanto lo avremo o meno praticato nei riguardi dei più bisognosi, nei quali Cristo, il Giudice stesso, è presente (cfr. Mt 25,31-46). Si tratta pertanto di un giudizio diverso da quello degli uomini e dei tribunali terreni; va compreso come una relazione di verità con Dio-amore e con sé stessi all’interno del mistero insondabile della misericordia divina … Come scriveva Benedetto XVI, «nel momento del Giudizio sperimentiamo ed accogliamo questo prevalere del suo amore su tutto il male nel mondo e in noi. Il dolore dell’amore diventa la nostra salvezza e la nostra gioia».

Del Figliuolo tuo trafitto per scontare il mio delitto
condivido ogni dolore

DODICESIMA STAZIONE

GESÙ MUORE SULLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Luca

Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. E detto questo, spirò.

Per intravedere nella morte di Gesù non la sconfitta ma il trionfo dell’amore e contemplarla come la fonte della nostra speranza, dobbiamo avere uno sguardo limpido e puro, come quello di Maria che, pur dilaniata dal dolore, non smise di credere, amare e sperare. A lei, “Speranza Nostra”, in questo frangente della storia che assomiglia ad una immensa “valle di lacrime”, ci rivolgiamo chiedendole di sostenerci e di aiutarci nell’ora della prova.

PREGHIAMO INSIEME:

Salve Regina,
madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra,
salve.

A te ricorriamo
esuli figli di Eva;
a te sospiriamo
gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.

Orsù dunque,
avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi;
e mostraci,
dopo questo esilio,
Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.


O clemente o pia
o dolce Vergine Maria.

Amen

SILENZIO

Di dolore quale abisso presso, o Madre, al Crocifisso
voglio piangere con te

TREDICESIMA STAZIONE

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Giovanni

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse.

DA UNA CATECHESI DI PAPA FRANCESCO SULLA SPERANZA (12 APRILE 2017)

Gesù ha portato nel mondo una speranza nuova e lo ha fatto alla maniera del seme: si è fatto piccolo piccolo, come un chicco di grano; ha lasciato la sua gloria celeste per venire tra noi: è “caduto in terra”. Ma non bastava ancora. Per portare frutto Gesù ha vissuto l’amore fino in fondo, lasciandosi spezzare dalla morte come un seme si lascia spezzare sotto terra. Proprio lì, nel punto estremo del suo abbassamento – che è anche il punto più alto dell’amore – è germogliata la speranza. Se qualcuno di voi domanda: “Come nasce la speranza”? Io rispondo: “Dalla croce. Guarda la croce, guarda il Cristo Crocifisso e da lì ti arriverà la speranza che non sparisce più, quella che dura fino alla vita eterna”.

O Madonna, o Gesù buono,
ti chiediamo il grande dono
dell’eterna gloria in ciel

QUATTORDICESIMA STAZIONE

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo…

dal Vangelo secondo Matteo

Giuseppe [d’Arimatea] prese il corpo [di Gesù], lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

DA UNA CATECHESI DI PAPA FRANCESCO SULLA SPERANZA (12 APRILE 2017)

E questa speranza è germogliata proprio per la forza dell’amore: perché l’amore che «tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,7), l’amore che è la vita di Dio ha rinnovato tutto ciò che ha raggiunto. Così, a Pasqua, Gesù ha trasformato, prendendolo su di sé, il nostro peccato in perdono … Gesù ha trasformato il nostro peccato in perdono, la nostra morte in risurrezione, la nostra paura in fiducia. Ecco perché lì, sulla croce, è nata e rinasce sempre la nostra speranza; ecco perché con Gesù ogni nostra oscurità può essere trasformata in luce, ogni sconfitta in vittoria, ogni delusione in speranza.


Padre Nostro…


Il Signore sia con voi…
Kyrie eleison..
.


Vi benedica Dio onnipotente:
Padre e Figlio e Spirito Santo


Andiamo in pace…