IL BATTESIMO

Tratto dalla pubblicazione: I Sacramenti – Segni della presenza di Dio – di Monsignor Claudio Livetti

Il Battesimo è una seconda nascita

Uno dei capi dei Farisei, chiamato Nicodemo, andò a cercare Gesù nottetempo per essere da Lui illuminato. Gesù gli disse: “Credimi, nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce nuovamente. Nicodemo gli fa: come è possibile che un uomo nasca di nuovo quando è vecchio? Non può certo entrare una seconda volta nel ventre di sua madre e nascere! Gesù rispose: io ti assicuro che nessuno può entrare nel regno di Dio se non nasce da acqua e Spirito. Dalla carne nasce carne, dallo Spirito nasce Spirito” (Giovanni 3, 3-6).

In questo colloquio, nel quale Nicodemo fa una domanda buffa e indicatrice di non aver capito, Gesù ha parlato della nascita battesimale. Un bambino che nasce in una famiglia cristiana passa dal grembo della madre, che gli ha dato la vita fisica, al grembo della Santa Madre Chiesa. Il battezzato rimane in gestazione per tutta la vita: il vero “Dies Natalis” del cristiano è il giorno della morte fisica e della nascita all’eternità.

Un dono per tutta l’umanità

Congedandosi dagli Apostoli, Gesù comandò loro:

“A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Matteo 28, 18-20).

Pietro non ha perso tempo. Appena ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecoste tiene un discorso infuocato e coraggioso, che ha un epilogo molto efficace: “Coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si aggiunsero circa 3.000 persone” (Atti 2, 41).
È commovente e pittoresco il racconto del viaggio del Diacono Filippo con un eunuco della Regina Candace. Filippo approfittò per annunciare Gesù: “Proseguendo lungo la strada giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: ecco, qui c’è dell’acqua, che cosa impedisce che io sia battezzato? Fece fermare il carro e scesero entrambi nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada” (Atti 8, 36-39).
Il Comando di Gesù di evangelizzare tutti i popoli, è ancora attuato nella Chiesa che, ad opera dei Missionari, genera e accoglie figli di Dio, sia bambini sia adulti, in ogni angolo della terra.

Il vestito e il profumo di Cristo

L’Apostolo Paolo descrive il Battesimo con due immagini molto belle. La prima è quella del vestito. Nella lettera ai Galati (3, 26-28) egli dice:

“Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, perché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è giudeo né greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo”.

Con la nascita, l’essere umano porta in sé la somiglianza con Adamo, peccatore, orgoglioso e ribelle. Con la rinascita battesimale il cristiano riceve una nuova identità, l’immagine del nuovo Adamo, santo, umile ed obbediente. E non è solo immagine ma realtà: una realtà così forte da superare le differenze razziali (giudeo o greco), quelle sessuali (uomo o donna), quelle sociali (schiavo o libero).
Anticamente coloro che si convertivano dall’ebraismo o dal paganesimo si recavano al Fonte Battesimale coi panni di tutti i giorni; si svestivano, entravano nell’acqua per essere battezzati, uscivano e indossavano una tunica bianca, come quella che attualmente indossano i bambini della Prima Comunione. Per una settimana indossavano quella tunica partecipando alle cerimonie liturgiche.
Le espressioni di Paolo sul vestito indicano molto di più di un abito che si può mettere e togliere. Si tratta di una fisionomia interiore: quella del Figlio di Dio, Gesù Cristo.

L’altra immagine usata da San Paolo è quella del profumo.
Nella II lettera ai Corinti (2, 14-15) Paolo afferma:

“Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infatti, dinanzi a Dio, il profumo di Cristo tra quelli che si salvano e quelli che si perdono”

Il richiamo al profumo è molto ricco di significato. Quando uno esce dal mare, è incrostato di acqua salata. Se esce da un bagno/schiuma ha addosso alla pelle molecole di aromi profumati. Chi esce dall’acqua del Fonte Battesimale ha addosso la Santità, la Vita Divina che Gesù ha trasmesso all’acqua del Giordano quando ha insistito per entrarvi, nonostante la riluttanza di Giovanni Battista.
Nel giorno del Battesimo noi siamo rivestiti di Cristo, ma soprattutto, imbevuti di Cristo, non solo sulla pelle ma sino al midollo, nel cuore, nell’anima. L’apporto di San Paolo è di estrema importanza.

I cristiani di oggi

Chi entra in una Chiesa dove ci sono dei battezzati, dovrebbe respirare questo buon profumo di Cristo.
Mi viene in mente il fatto di Maria di Betania che unge i piedi di Gesù con 300 grammi di nardo prezioso, riempiendo tutta la casa dell’aroma di quel profumo. (cfr. Giovanni 12, 1-8).
Sant’Agostino, pregando Gesù, dice: “Ti sei effuso in essenza fragrante e io ti ho aspirato”. Ma, nelle nostre comunità, si respira sempre questo buon profumo?
Papa Francesco più di una volta ha ricordato che il cristianesimo si diffonde non per proselitismo ma per testimonianza: la forza più grande di attrazione per i non credenti e per quelli che credono di non credere. Egli teme gli attacchi esterni dei musulmani, ma anche i danni prodotti all’interno dai cattivi cristiani. Più volte ha richiamato a non essere schiavi del danaro che Giovanni Papini chiamava: “Sterco del diavolo”.
In una occasione perfino il Cardinal Martini sembrò esprimere un giudizio severo sui cattivi cristiani, quando disse che la Chiesa è un grande albero, ma che in essa ci sono i cristiani della linfa, quelli del tronco, quelli della corteccia e quelli del muschio. Un’altra volta però il Cardinal Martini, forse provocato dalla solita accusa: “I cristiani sono peggio degli altri”, ha scritto questa bella riflessione: “La santità, iniziata nella trasformazione battesimale, avviene lentamente e senza che l’interessato se ne accorga o lo noti. Anzi egli nota di più le sue debolezze, quasi crescessero le sue fragilità, le sue paure, le sue vigliaccherie, la sua meschinità. Chi però incontra un vero cristiano si accorge che in lui c’è un crescendo di pace, di equilibrio, di umanità”. Chi accostava il Cardinal Martini respirava proprio questo piacevole profumo di un vero uomo, un vero cristiano, un vero Vescovo.

A chi viene dato il Battesimo

Attualmente il Battesimo viene amministrato agli adulti che lo richiedono, dopo essersi adeguatamente preparati con un serio catecumenato. Di solito viene celebrato durante la veglia pasquale.
Il Battesimo viene dato anche ai bambini di famiglie cristiane, quando ci sono due condizioni: la prima è che venga richiesto dai genitori, indipendentemente dalla loro situazione matrimoniale regolare o irregolare; la seconda è che offrano serie garanzie per l’educazione cristiana del battezzando. C’è qualche genitore miscredente che, sentendosi inadeguato a dare l’educazione cristiana, sceglie un padrino e una madrina che possano supplirlo in questo compito.

Come si amministra il Battesimo

Il luogo dovrebbe essere possibilmente il Battistero. Presso le Cattedrali antiche era un edificio Sacro esterno alla Cattedrale, possibilmente ottagonale, con ingresso da nord e uscita ad est.
Il Ministro deve essere o un Vescovo (come nella foto) o il Prete o il Diacono.

Riti iniziali

Il Ministro porge domanda ai genitori e ai padrini se si impegneranno a educare il battezzando alla Fede e alla vita cristiana.
Accoglie il battezzando tracciando un piccolo segno di Croce sulla fronte: lo faranno anche i genitori, il padrino e la madrina.
Chiama il bambino col nome già assegnato dalla famiglia alla nascita.
Unge il petto con l’olio dei catecumeni, per prepararlo alla lotta della vita.
Recita un’orazione di esorcismo contro la prepotenza di Satana.

Il gesto fondamentale

Il Ministro pronuncia la “forma”: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”

Agli adulti l’acqua battesimale viene versata sul capo.
Ai bambini invece viene versata sul capo (nel rito romano). Si immerge la sommità del capo nell’acqua battesimale (nel rito ambrosiano). Si immerge completamente il bambino nel fonte (nei riti orientali).

I riti complementari

Il celebrante unge la sommità del capo col Sacro Crisma (olio consacrato dal Vescovo il Giovedì Santo). Questa unzione ha un significato consacratorio: il battezzato viene consacrato a Dio, diventando Sacerdote, Re e Profeta come Gesù, il Figlio Primogenito. Questa è l’unica consacrazione nella vita. Chi “si consacra” alla Madonna dovrebbe più opportunamente dire che “si affida” a Lei. Chi riceve il Sacramento dell’Ordine non è consacrato ma ordinato Diacono, Presbitero, Vescovo.
Viene consegnato un abito candido, simbolo della purificazione battesimale.
Viene consegnata anche una candela accesa al cero pasquale, che è simbolo di Cristo luce e vita.
Si toccano le orecchie e le labbra del battezzato affinché si sciolgano all’ascolto e alla preghiera.

Diversi tipi di Battesimo

Il Cardinal Martini l’11 Gennaio 2009, festa del Battesimo di Gesù, predicò a Gallarate, presso l’Istituto Aloisianum: “Ci si potrebbe chiedere: a noi è data la grazia e la possibilità del Battesimo, ma come sono assunte nella vita di Gesù tante persone che non hanno idea né del Battesimo, né della Chiesa e forse neanche di Gesù stesso? Bisogna per questo pensare che la Chiesa riconosce tre battesimi: il Battesimo di acqua, il Battesimo di desiderio e il Battesimo di sangue. Il primo è quello che noi viviamo con il Sacramento. Il secondo consiste nel desiderio e nell’accettazione della volontà di salvezza e di Dio, anche quando non si conosce Gesù. Il terzo, infine, è la morte violenta che avviene o per un’ingiustizia umana o anche per un’ingiustizia della natura, per esempio a causa delle tante catastrofi naturali. C’è da sperare che Dio vada incontro a queste persone e le chiami con il nome di “Figli prediletti”. In questo modo il Battesimo di Gesù significherebbe davvero il Battesimo della natura umana”.

Importanza del Battesimo

Capita talvolta di vedere nelle anticamere dei medici o dei professionisti i diplomi di laurea ben incorniciati e messi in evidenza. Purtroppo nessuno espone il suo certificato di Battesimo. Il titolo più importante che i cristiani possiedono è quello di essere Figli di Dio. il Battesimo dona il massimo delle ricchezze spirituali: essere figli di un Padre Santo, essere fratelli di un Figlio Santo e assomigliare a Lui Sacerdote, Re e Profeta, essere tempio e dimora dello Spirito Santo.
Sant’Agostino diceva ai suoi fedeli di Ippona: “Se mi atterrisce l’essere per voi, mi consola l’essere con voi. Per voi sono Vescovo, con voi sono Cristiano. Quello è nome d’ufficio, questo è nome di grazia, quello è nome di pericolo, questo è nome di salvezza”. Ciò che dice Agostino può essere affermato anche dal Vescovo di Roma, Papa Francesco: Il giorno più importante della sua vita non è quello in cui i Cardinali lo hanno eletto Papa, ma quello in cui i genitori Bergoglio hanno portato il proprio figlio al Fonte Battesimale.
Noi dovremmo quindi festeggiare l’anniversario del nostro Battesimo. Se è importante il compleanno, perché abbiamo avuto la vita, è ancora più importante il giorno in cui il Signore ci ha fatto rinascere in Lui. Chi non sa la data del suo Battesimo la può chiedere al Parroco dove è registrato in archivio.
Dobbiamo prepararci bene al Battesimo dei propri figli o nipoti o parenti, in modo che non sia soltanto un’occasione per trovarsi in compagnia, concludendo tutto con una festa esteriore, con un’aperi-cena o un pranzo e con l’esibizione dei regali, magari scelti da una specie di lista-nozze.
Dovremmo sentirci onorati se veniamo scelti a svolgere il compito di Padrino o Madrina di Battesimo. È un segno di fiducia, che però impegna a stare a fianco col buon esempio e con una vita veramente cristiana al proprio “figlioccio”. Il Padrino è come un “secondo Papà” e la madrina è come una “seconda Mamma”.

Come riviviamo il nostro Battesimo

Lo riviviamo quando affermiamo ciò che diceva Madre Teresa di Calcutta: “Amo tutte le religioni, ma sono innamorata della mia”. La Santa non faceva equivoche ammucchiate, dicendolo a sproposito: “Tutte le religioni si equivalgono”.
Quando facciamo il segno della Croce con l’acqua Santa entrando in chiesa.
Quando recitiamo il Credo nelle nostre preghiere individuali o durante la Santa Messa.
Quando chiamiamo Dio col nome di Padre, con la preghiera insegnataci dal Figlio.
Quando scegliamo secondo Gesù Cristo, dando un’impostazione cristiana alla nostra vita, ai nostri impegni, alle decisioni etiche conformi all’etica insegnata da Gesù.
Quando troviamo la forza di seppellire il passato, con le sue connotazioni buone o cattive e guardiamo avanti con fiducia e speranza.
Quando ci impegniamo a creare attorno a noi comunione fraterna, armonia, concordia e pace.